Quest'articolo è stato aggiornato il giorno: venerdì 29 ottobre, 2021
Come qualsiasi altro dispositivo dotato di accumulatore elettrico di tecnologia recente, anche l'iPad, in qualsiasi sua versione, monta una batteria ricaricabile ai polimeri di litio.
Tale batteria, dalle dimensioni ben più generose delle sue 'sorelle minori' montate sugli iPhone e gli iPod, occupa più o meno tutta la superficie utile del tablet, ed eroga l'energia elettrica sufficiente ad alimentare tutto il dispositivo, in special modo l'ampio e luminoso display (con tecnologia Retina da iPad 3 in poi).
Nel corso degli anni, la tensione e la capacità degli accumulatori via via montati sulle differenti versioni di iPad s'è andata a differenziarsi: il primo modello, lo storico iPad di prima generazione presentato nel 2010, vedeva un accumulatore da 3.75V, capace di 6.613mAh.
Negli ultimi modelli, con il migliorare della tecnologia costruttiva, Apple è riuscita a inserire batterie ricaricabili da 3.76V con una capacità che raggiunge anche gli 8.820 mAh.
Queste capacità, solitamente in una batteria ancora in salute, garantiscono un uso senza particolari problemi del dispositivo, anche a livello intensivo.
Con l'aumentare dei cicli di carica/scarica, però, l'effetto di ossidazione, purtroppo inevitabile, aumenta in maniera proporzionale.
Nel tempo, a seconda della quantità d'uso che ne fa l'utente, la batteria perde pian piano la capacità di accumulare elettroni utili al lavoro, divenendo inservibile.
Quando le celle attive ancora rimaste scenderanno, grossomodo, sotto la soglia del 30% del totale, l'iPad comincerà a manifestare pienamente tutti i sintomi che preannunciano una prossima dipartita della batteria.
Quali sono tali sintomi?
Continuate a leggere, e lo scoprirete.
Per la sua stessa logica fisica che ne permette l'utilizzo.
Tutti gli accumulatori prodotti sin qui dall'uomo, altro non sono che svariate versioni differenti della prima pila elettrica costruita da Alessandro Volta, sfruttando le sue conoscenze del periodo ed aiutandosi anche con una buona dose di esperimenti empirici.
In sostanza, una generica batteria è un dispositivo fatto a strati (si chiamano celle, in gergo tecnico), elettricamente permeabili e trattati in modo tale che gli elettroni, passando loro attraverso, lo facciano proprio perché 'risucchiati' dalla forza di Coulomb, che impone alle cariche elettriche di segno opposto di attrarsi, mentre le cariche di segno eguale si respingono, con una forza costante, a prescindere dal numero totale delle cariche.
Opportunamente lavorate, dunque, le celle della batteria, impilate l'una dietro l'altra e separate da una sostanza che fa da sia da isolante (a circuito aperto) che da conduttore (a circuito chiuso), ovvero l'elettrolita, immagazzinano in carica gli elettroni, mentre li rilasceranno (eslusivamente in un solo verso di scorrimento, chiamato polarità) in fase di scarica.
Se applichiamo un tester ai due capi di una generica batteria, quindi, potremmo misurare una ben precisa tensione elettrica che scorre in essa: sono proprio gli elettroni che, come appunto la parola dice, stanno perennemente 'in tensione', pronti a scorrere appena il circuito si chiude.
Le celle della batteria riescono ad immagazzinare gli elettroni perché, grazie ad opportuni trattamenti, vengono create delle zone positive e delle zone negative, ovviamente intervallate le une alle altre.
Sebbene il segno degli elettroni sia sempre negativo, si intende per 'zona positiva' una particolare parte di un dato materiale che, sebbene piena di elettroni, risulta però 'meno piena' rispetto ad un'altra parte, magari attigua.
Per loro stessa natura, quindi, gli elettroni nelle celle dove sono in eccesso saranno forzatamente obbligati a muoversi verso le celle dove invece tale eccesso non c'è, riempendo le 'lacune'.
Se si mettono impilate abbastanza celle, alternando quelle positive con quelle negative, è possibile quindi creare un flusso elettrico continuo, capace di alimentare un circuito.
Gli elettroni continueranno a scorrere, sempre nello stesso senso (polarità) fin quando avranno tensione sufficiente per farlo, dopodiché la batteria dovrà essere ricaricata, con un procedimento analogo ma inverso: viene immesso un flusso elettronico tra le celle, a tensione adeguata, che ripristinerà la differenza di potenziale tra le stesse. Dopodiché, l'accumulatore potrà nuovamente erogare energia elettrica, ripetendo il ciclo.
Tutto questo procedimento di carica/scarica, però, è vittima di un problema inevitabile: l'ossidazione permamente delle celle.
Ad ogni ciclo completo, difatti, la somma delle lacune attive delle celle (dove quindi passeranno gli elettroni) risulterà inferiore al ciclo precedente.
Questo perché, fisicamente, alcuni elettroni rimarranno imprigionati nelle lacune, e non riusciranno più ad uscire, facendo ossidare quindi la cella.
Il processo è lento, ma costante: è un degrado che parte fin dalla prima carica dell'accumulatore, e che piano piano, porta al necessario smaltimento dello stesso.
Questo degrado progressivo è comune a qualsiasi tipo di batteria ricaricabile, anche alle ioni di litio e le derivate polimeri di litio, ma i cicli totali della batteria, prima del suo pensionamento, cambiano da tecnologia a tecnologia.
Una generica Li-poly di moderna costruzione è in grado di sopportare dai 600 agli 800 cicli completi, prima di divernire inservibile, ad esempio.
Il degrado da utilizzo è quindi di tipo chimico, ed è proporzionale all'uso che viene fatto della batteria dell'iPad. Prenota ora il tuo cambio batteria!
Contemporaneamente al degrado d'utilizzo, che ossida lentamente le celle catodiche della batteria dell'iPad, esiste un altro degrado, ben più subdolo, legato alla stessa tecnologia costruttiva delle batterie ai polimeri di litio: l'auto-degrado.
L'auto-degrado comincia immediatamente dopo la fine della produzione industriale della batteria: si tratta di una modifica chimica dei componenti della stessa, che lentamente erode capacità di stoccaggio elettronico.
In altre parole: la batteria del vostro iPad diventa sempre meno capiente (elettronicamente), e sempre meno performante.
Questo degrado non è purtroppo eliminabile, ed è progressivo: anche se la batteria non viene usata, il degrado avanza.
Tenere l'iPad non utilizzato per lunghi periodi di tempo, quindi con batteria a bassa tensione, non fa altro che peggiorare la situazione: l'auto-degrado avanza più rapidamente se la batteria non riceve tensione regolare.
Anche la temperatura incide fortemente sulla velocità del degrado e sul livello prestazionale generale della batteria: temperature troppo basse peggiorano il rendimento dell'accumulatore, e ne velocizzano il degrado naturale.
Mediamente, una batteria Li-poly perde tra il 10 ed il 20% circa della sua capacità originaria ogni anno solare, a partire dalla fine della sua produzione ed indipendentemente dal suo effettivo utilizzo.
Il degrado naturale si somma al degrado da usura, ed a lungo andare rende la batteria interna dell'iPad inservibile, e quindi da cambiare.
Come detto in precedenza, la 'vita media' di una qualsiasi batteria ricaricabile è da misurarsi non in anni, ma in cicli completi.
A seconda dell'uso che un utente ne fa, difatti, si possono raggiungere i cicli massimi, prima della completa ossidazione delle celle, in poco o molto tempo.
Ancora, è molto importante anche il come si utilizza l'accumulatore, e nello specifico la cura che si presta nel ricaricarlo.
Al contrario delle vecchie batterie Ni-MH e NiCa, difatti, le Li-Ion e e Ly-poly non soffrono dell'effetto memoria, anzi: migliorano con le prestazioni se ricaricate spesso, anche più volte durante l'arco della giornata.
Invece, se tenute a tensione zero per molto tempo, tendono a degradare molto più velocemente; ancora, per la loro stessa costruzione, con celle senza rivestimento metallico, sottilissime e di elevata densità, questi accumulatori possono diventare instabili se la tensione totale scende oltre un certo valore.
Ecco perché tutte montano uno o più controller di sicurezza, che spengono l'iPad prima che la tensione scenda a zero.
In combinazione con l'uso, quindi, una batteria per iPad può vedere la sua vita media più o meno lunga, anche se (generalmente) le statistiche degli utenti iPad parlano di circa 700 cicli totali di carica/scarica, eseguiti in circa due anni.
Se riscontrate uno o più dei sintomi sopra esposti, è molto probabile che la batteria del vostro iPad stia per abbandonarvi definitivamente.
Potete continuare a leggere per sapere cosa fare in tal caso. Prenota ora il tuo cambio batteria!
Ovviamente sì, come a qualsiasi altro dispositivo elettronico.
Il problema, semmai, con è il se, ma il come: l'iPad, in qualsiasi sua versione, è un tablet estremamente difficile da trattare, per via della sua particolare costruzione.
In tutti i modelli, per accedere alla batteria bisogna aprire il dispositivo e smontarlo praticamente pezzo per pezzo, e ciò può essere estremamente complicato: molti componenti, come il vetro/digitalizzatore, sono incollati alla scocca in alluminio, ed altri circuiti sono estremamente delicati e facilissimi da rompere (si pensi alle antenne, sia Wi-Fi che rete dati cellulare).
Ancora, tutte le grandi batterie che gli iPad montano sono incollate con potenti biadesivi, e spesso necessitano lo smontaggio di tutta la scheda logica.
Solo per aprire un generico iPad (senza cambiare la batteria), dalla seconda versione in poi, ci vogliono dai 30 ai 40 minuti di manodopera specializzata.
Insomma, non è un compito semplice, ma è fattibile. Se si hanno le competenze.Prenota ora il tuo cambio batteria!
La sostituzione è effettuata in circa quattro ore.
Dopo la sostituzione, eseguiamo un ciclo completo di carica ed eseguiamo i test necessari per assicuraci che tutto sia riportato a condizione originaria, dopodiché sigilliamo l'iPad e lo teniamo sotto apposita pressa, affinché l'adesivo faccia bene il suo lavoro.
Nel caso fosse finita la scorta degli accumulatori per il vostro iPad, sarete invitati a lasciarci il dispositivo, e un'email automatica vi avvertirà quando esso sarà pronto per il ritiro.
Montiamo accumulatori OEM / A+ di elevata qualità. Ogni cambio viene testato prima della riconsegna al cliente, e gode di garanzia diretta presso di noi di 24 mesi per clienti privati, e 12 mesi per Partite IVA.1
Per i nuovi iPhone (dalla serie 12 in poi) e i nuovi Mac con processore Apple Silicon M, installiamo anche ricambi originali Apple, direttamente dal programma Apple Self Repair.
1 La garanzia del buon funzionamento degli accumulatori è relativa esclusivamente alla loro produzione originaria di fabbrica, e ne sono esclusi danneggiamenti dovuti a cattivo uso da parte dell'utente, danni accidentali da sovra o sotto tensione, degrado naturale degli stessi.
Vuol dire Original Equipment Manufacturer (dall'inglese 'produttore di apparecchiature originali'), e si tratta di un'azienda che produce, per conto di una casa madre, delle componenti che poi verranno marchiate ed assemblate dalla stessa (o da un soggetto terzo) per la costruzione di un generico prodotto.
In pratica, un'azienda OEM è un appaltatore conto terzi.
I prodotti OEM sono quelli che vengono definiti 'prodotti originali', se eventualmente marchiati dalla casa madre.
I prodotti A+ sono gli stessi prodotti OEM solamente non marchiati, che una data azienda rivende privatamente.
Non c'è differenza qualitativa evidente tra un prodotto di classe A+ ed un prodotto OEM, a parte l'eventuale marchiatura.
Il prodotto OEM / A+, invece, si differenzia enormemente dalle copie commerciali di bassa qualità, che noi non trattiamo mai.Prenota ora il tuo cambio batteria!
I prezzi sono fissi: € 89,00 per iPad 2 e € 99,00 per iPad 3, iPad 4 ed iPad mini (prima generazione e successiva Retina).
No: non ci occupiamo di accumulatori (e dispositivi in generale) che ancora rientrano nel programma d'assistenza in garanzia del produttore e/o rivenditore.
Il nostro servizio di cambio rapido batteria si applica esclusivamente ai dispositivi fuori dal periodo di garanzia, o che hanno subito danneggiamenti che hanno provocato la decadenza della stessa.
Dovete quindi rivolgervi ai centri d'assistenza ufficiali di Apple, in questo caso.
Purtroppo no, non è possibile.
Il tablet deve essere integro nelle sue parti originarie, per eseguire correttamente il cambio dell'accumulatore.
Se il dispositivo presenta un vetro di protezione danneggiato (anche in maniera minimale), prima del cambio batteria è necessario risolvere la problematica. Prenota ora il tuo cambio batteria!
Sì, tutti i cambi batteria iPad, di qualsiasi modello, richiedono la prenotazione.
Una volta ricevuta la richiesta di prenotazione, vi risponderemo entro 24 ore per confermarvi o meno l'appuntamento.
Offriamo solamente servizio in loco in tutta Milano, non abbiamo una sede fisica: ciò ci permette di risparmiare sui costi e garantire prezzi e tempi d'intervento eccezionali!
Potete prenotare il vostro intervento chiamando il numero 333.29.22.308 oppure compilando il seguente form, prestando particolare attenzione alla scelta della data e dell'orario desiderato.
Ricordiamo a tutti i possessori di iPad - di qualsiasi modello - che non è possibile sostituire la batteria del dispositivo in presenza di vetro di protezione rotto o scheggiato (anche in minima parte).
In questo caso specifico, prima della sostituzione della batteria, è necessario provvedere in primo luogo alla sostituzione del vetro protettivo danneggiato, e solo successivamente sarà possibile sostituire l'accumulatore esausto.
La prenotazione è sempre obbligatoria.
Questo perché iPad, in qualsiasi sua versione, è un dispositivo particolare, estramemente complesso da trattare e riparare, che deve essere preventivamente analizzato per stabilire se possa essere possibile cambiare l'accumulatore o meno.
No, ma è possibile richiedere il servizio di ritiro e consegna a domicilio, entro l'area del Comune di Milano (NOTA: alcune aree potrebbero essere scoperte dal servizio, chiedere quindi sempre informazioni al 333.29.22.308)
Il servizio è totalmente gratuito, ed è disponibile per tutti i modelli di iPad.
Al momento, non forniamo tale servizio.