Quest'articolo è stato aggiornato il giorno: venerdì 29 ottobre, 2021
Hai rotto il vetro del tuo iPhone X e non sai se puoi davvero ripararlo?
Sei ancora convinto che la batteria integrata del tuo iPhone 7 non si possa sostituire senza compromettere l'impermeabilità IP67?
Vuoi sapere se è possibile ripristinare la funzionalità del pulsante home sul tuo iPhone 8?
Leggi questa pagina, e scopri tutte le riparazioni che è possibile fare sul tuo telefono rotto prima di buttarlo!
Come qualsiasi altro dispositivo elettronico od elettrico in generale, anche un iPhone rotto può essere riparato, entro certi limiti.
Tutti i modelli di iPhone sinora prodotti presentano componenti modulari che possono essere sostituiti da un tecnico esperto, mentre altri componenti non possono essere sostituiti.
Il livello di riparabilità di un iPhone è ovviamente legato alla tipologia del danno subito dal telefono nonché, non meno importante, dal costo totale della riparazione: alcuni danni possono essere riparati con una spesa contenuta, altri danni necessitano di ben altre cifre che possono rendere economicamente impegnativa la riparazione.
In via generale, come qualsiasi altro telefono o dispositivo elettronico, anche qualsiasi modello di iPhone vede i suoi componenti costitutivi divisi in due tipologie essenziali:
I componenti attivi sono tutti i circuiti e gli integrati che, come il nome lascia suggerire, hanno il compito di controllare una data funzionalità.
Solitamente sono i chip elettronici incaricati di eseguire calcoli specifici, prendendo il controllo di un particolare blocco hardware: ne sono un ottimo esempio i circuiti integrati che regolano la funzione del pannello digitalizzatore, della funzionalità audio, della ricarica del dispositivo, della funzionalità telefonica (baseband), ecc.
La quasi totalità dei componenti attivi risiede nella scheda logica (o scheda madre): uno stampato in PCB (Printed Circuit Board) che contiene le piste di collegamento (BUS) e i micro-componenti (bobine, resistenze, fusibili, connettori, ecc.) che mettono in contatto tutti i chip che compongono il telefono.
CPU, RAM, ROM e circuti essenziali dell'iPhone sono ovviamente inclusi nel computo dei componenti attivi.
Un qualsiasi danno ad un componente attivo è un evento serio, che ha immediate ripercussioni sull'iPhone, sia locali (smette di funzionare ciò che il circuito controllava) o generali (smette di funzionare il telefono od il suo uso generale è comunque impossibile).
Datosi che i chip di controllo sono quasi tutti saldati fisicamente alle piste sul PCB, la loro sostituzione in caso di guasto è complicata e non sempre praticabile.
Diversamente, i componenti passivi sono i circuiti modulari che non controllano direttamente una funzionalità, ma sono invece regolati da un componente attivo.
Ce ne sono molti in ogni modello di iPhone, per ogni genere di funzionalità.
A titolo esemplificativo, si possono citare: il panello display (LCD o OLED), il pannello digitalizzatore, il pulsante del power, i pulsanti del volume/vibrazione, la fotocamera posteriore con quella anteriore, le antenne varie (GSM, Wi-Fi, Bluetooth, ecc.), connettori di ricarica e bobine per carica ad induzione, ecc.
Al contrario dei componenti attivi, i componenti passivi possono essere sostituiti facilmente da un tecnico qualificato: è un perfetto esempio il caso di un display rotto, che può essere solitamente sostituito con poca spesa per qualsiasi modello di iPhone.
Molto spesso i termini 'sostituzione' e 'riparazione' sono usati impropriamente, causando confusione nel consumatore.
Si para di 'riparazione' quando l'iPhone presenta un danno ad uno qualsiasi dei suoi componenti che può essere riportato allo stato funzionale esattamente come all'uscita del processo produttivo.
Un esempio di riparazione è il reflow a caldo di un integrato IC, oppure il reballing dello stesso.
Si parla invece di 'sostituzione' in due casi specifici:
Un classico esempio di sostituzione è quella effettuata su gli accumulatori (batterie), oppure sui display e vetri rotti.
Esclusa la prima serie di iPhone (lo storico EDGE del 2007), Apple ha sempre pensato i suoi dispositivi telefonici come smartphone a componentistica fortemente modulare: quasi tutti i componenti passivi sono veri e propri circuiti indipendenti da CPU ed altri integrati attivi, che pertanto possono essere rimossi e sostituiti un numero indefinito di volte.
Ne sono un ottimo esempio i pannelli display: puri moduli elettronici passivi, sostituibili secondo le necessità, in numero illimitato di volte ed installabili su più esemplari della stessa serie e modello, senza un ordine ed una quantità precisa.
Attualmente, Apple non rilascia sul mercato componenti OEM (Original Equipment Manufacturer), ma esistono molte industrie che producono componenti commerciali d'alta qualità (A+) paragonabili agli OEM.
Il sistema di riconoscimento digitale denominato Touch ID, introdotto da Apple per la prima volta sulla serie iPhone 5S nel 2013, è integrato nel circuito stesso del pulsante home, uno dei pochi tasti fisici di iPhone.
Touch ID è regolato da un chip apposito, e riesce a memorizzare le informazioni delle impronte digitali degli utenti direttamente su una sua memoria integrata, senza appoggiarsi alla ROM dell'iPhone.
Questo particolare sistema di memorizzazione, se da un lato risulta sicuro per l'utente in quanto i dati biometrici personali non risiedono direttamente sul Sistema, ha reso però necessario un ulteriore livello di sicurezza per evitare che malintenzionati con competenze potessero semplicemente smontare il circuito home di un dato telefono e montarlo su un altro, carpendo quindi i dati digitali personali della vittima.
Per evitare ciò, i chip di controllo della funzionalità Touch ID ed i processori (CPU) degli iPhone dove vengono montati sono appaiati direttamente in fabbrica al momento della produzione (pairing): se il processore non riconosce il chip del Touch ID o quest'ultimo non riconosce il processore, la funzionalità del riconoscimento digitale viene bloccata, ed i dati memorizzati quindi illegibili.
Ciò rende impossibile sostituire il tasto home danneggiato degli iPhone con Touch ID senza perdere irreparabilmente tale funzionalità.
Rimane sempre possibile, comunque, ripristinare la funzionalità strettamente fisica del 'click' sul tasto home.
Negli iPhone X, mancando il tasto fisico home, la funzionalità del Touch ID è stata sostituita dal Face ID a riconoscimento facciale: anche tale funzionalità conserva i dati su un circuito esterno alla scheda logica, che in questo caso è il flex della microcornetta unito al diffusore luminoso della videocamera frontale.
Sostituendo tale compomente, quindi, il Face ID smette di funzionare.
Sì, i display degli iPhone possono essere sostituiti in caso di danneggiamento o rottura.
Fino alla serie iPhone 3GS, il pannello LCD dell'iPhone era separato dal vetro di protezione e pannello digitalizzatore, mentre da iPhone 4 in poi il pannello LCD è fuso sia con il digitizer che con il vetro protettivo per mezzo di un'apposita colla ottica trasparente.
Si parla quindi più propriamente di 'display assembly' per indicare tutto il blocco LCD/digitalizzatore/vetro protettivo.
Un qualsiasi danno ad uno dei tre componenti dell'assembly si ripercuote giocoforza sugli altri elementi, rendendo dunque necessaria la sostituzione di tutto il blocco.
Non c'è quindi differenza, a livello squisitamente tecnico ed economico, tra la rottura del 'solo vetro' oppure anche del pannello LCD: entrambi i danni, negli iPhone 4 in poi, prevedono la sostituzione di tutto il pannello combinato.
Datosi che l'LCD è un componente modulare passivo, e si occupa solamente di stampare a video le informazioni elaborate dalla CPU, può essere sostituito un numero indefinito di volte.
Negli iPhone serie 7 e successivi, Apple ha introdotto l'impermeabilizzazione IP67: questo vuol dire che l'intervento di sostituzione del display del dispositivo deve essere accompagnato da accurata pulizia del vecchio biadesivo sigillante, applicazione di nuovo biadesivo e test sotto vuoto della tenuta stagna.
Ogni modello di iPhone sinora prodotto monta una batteria integrata ai polimeri di litio (Li-poly), non rimuovibile direttamente dall'utente.
La tecnologia ai polimeri di litio, sviluppata verso la fine degli anni '70 dal complesso militare sovietico e commercializzata a fine anni '90, rispetto alle batterie ricaricabili al Ni-Cd e Ni-HM presenta numerosi vantaggi:
Tutte queste caratteristiche rendono la tecnologia Li-poly particolarmente adatta per alimentare dispositivi telefonici e computer portatili, che necessitano sempre di cariche rapide e frequenti nel corso della giornata di lavoro.
Tuttavia, come qualsiasi altra batteria ricaricabile, anche la tecnolgia Li-poly può sopportare dei cicli finiti di carica/scarica prima di divenire inservibile.
Le batterie Li-poly subiscono due tipi di degrado, che lentamente modificano la loro composizione chimico-fisica, rendendole via via meno capienti:
Il degrado da usura si manifesta ad ogini ciclo di carica/scarica della batteria: parti delle celle catodiche non riescono a deossidarsi del tutto in fse di ricarica, divenendo lentamente sempre più incapaci di immagazzinare elettroni utili per generare una sufficiente differenza di potenziale.
Ciò vuol dire che, ad ogni ricarica, le celle della batteria perderanno una piccolissima capacità elettrica che, a lungo andare, le porterà a divenire completamente ossidate, e quindi inservibili come accumulatori.
Il degrado fisiologico invece, come il nome lascia intuire, dipende dalla natura stella della tecnologia Li-poly: è un degrado chimico lento ma costante, che modifica a livello fisico i materiali delle celle polimeriche e li fa divenire col tempo inservibili.
Tale degrado peggiora se la batteria non viene usata per molto tempo, e rallenta se invece è caricata con regolarità.
Sia il degrado da usura che il degrado fisiologico consumato la capacità della batteria, che col tempo e con l'uso diventa sempre meno capiente elettricamente fino ad esaurirsi del tutto, obbligando ad una sua sostituzione e smaltimento.
Solitamente, una batteria Li-poly di buona qualità può sopportare fino a 800-1000 cicli di carica scarica, arrivando verso i 500 cicli con ancora il 70-80% della capacità originaria.
Dopo i 500 cicli completi si assiste invece ad un rapido degrado, con una discesa decisa delle performance dell'accumulatore, che spesso rendono l'sperienza d'utilizzo dell'iPhone molto complicata.
La batteria dell'iPhone può essere sostituita come qualsiasi altra batteria integrata, ma l'operazione deve essere eseguita da un tecnico specializzato.
iOS può avvertire l'utente quando è arrivato il momento di cambiare batteria: dalla versione 11.3 in poi infatti, è stato reso disponibile un modulo di Sistema che analizza i cicli di carica e scarica dell'accumulatore ed il suo stato di salute, avvisando quando è arrivato il momento di ricorrere all'assistenza.
Vale la pena ricordare che, sia per ragioni economiche che ambientali, è auspicabile sostituire l'accumulatore interno dell'iPhone solo quando è effettivamente arrivato il momento di farlo: ciò solitamente accade quando questi è decaduto di almeno 2/3 rispetto alla sua capacità originaria.
Eseguire la sostituzione di una batteria ancora valida comporta pochi o nulli vantaggi per l'utente, mentre invece risulta in un serio problema per l'ambiente: le batterie Li-poly non possono essere riciclate né rigenerate, ed il recupero del litio e degli altri metalli (spesso tossici) presenti in esse è inquinante, pericoloso e molto costoso.
Negli iPhone dalla serie 7 in poi, complice la certificazione IP67, ogni cambio batteria deve essere obbligatoriamente accompagnato da rimozione e pulizia del vecchiobiadesivo perimetrale, applicazione del nuovo biadesivo sigillante e test di pressione per la tenuta stagna.
Tutti i modelli di iPhone sono dotati di un telaio centrale in acciaio od alluminio, che sorregge tutta la struttura del telefono.
A livello ingegneristico, alcuni iPhone sono progettati per essere aperti e disassemblati frontalmente, altri partendo dal retro.
Alcune serie (come le serie iPhone 4 ed iPhone 8) sono dotate di una retroscocca in vetro estremamente delicata, che può rompersi molto facilmente in seguito a piccoli urti o cadute.
La rimozione e la sostituzione della scocca in vetro rotta è possibile, ma il suo grado di semplicità varia enormemente da serie a serie: è pressoché immediata nella serie 4, mentre è molto più complicata e laboriosa nella serie 8 e X.
Per queste due ultime serie, è necessaria una manodopera molto qualificata per sostituire la retroscocca danneggiata con una nuova, ed i tempi d'intervento s'aggirano in circa due ore di lavorazione continuata.
iPhone monta in ogni modello sinora prodotto una camera digitale per la foto e video ripresa e, dal modello iPhone 4 in poi, al telefono è stata aggiunta una videocamera frontale.
Nel corso degli anni la risoluzione e la qualità delle videocamere installate è andata sempre crescendo, seguendo l'evoluzione tecnologica del mercato.
A partire da iPhone X, Apple ha introdotto un nuovo tipo di fotocamera frontale con tecnologia di riconoscimento facciale chiamata Face ID: è un componente evoluto, in grado di leggere all'infrarosso le profondità dell'immagine e seguire il naturale invecchiamento del volto (ed altre piccole modifiche giornaliere, come occhiali, trucco e barba).
Tutte le videocamera di ogni iPhone, ad eccezione della fotocamera Face ID, sono componenti modulari e passivi: pertanto, possono essere sostituite senza particolari problematiche se danneggiate.
La fotocamera Face ID è collegata invece a un chip di controllo e memorizzazione dei dati biometrici appaiato direttamente alla CPU del telefono: tale chip è saldato sul circuito dello speaker della microcornetta e relativo diffusore luminoso.
Sostituendo tale circuito si può ripristinare la funzionalità della camera, ma si perde la caratteristica del Face ID.
Da iPhone 5 in poi e fino ad iPhone X, il circuito che ospita la camera frontale è condiviso anche con il sensore di prossimità, il microfono secondario e la circuteria di contatto della microcornetta.
L'iPhone permette una ricarica della sua batteria integrata con un particolare connettore proprietario sviluppato da Apple.
Fino ad iPhone 4S tale connettore era di tipo dock polarizzato a 30 pin, comune anche ad altri dispositivi iPod ed iPad.
Da iPhone 5 in poi, Apple ha introdotto il connettore di tipologia Lightning non polarizzato a 8 pin, che è diventato il nuovo standard anche per gli altri dispositivi portatili di Cupertino.
Il connettore di ricarica di iPhone permette la ricarica dell'accumulatore e lo scambio dei dati e, per mezzo di opportuni adattatori, anche l'aggancio di altre periferiche opzionali.
Da iPhone 8 in poi, Apple ha introdotto anche la modalità di ricarica wireless, per mezzo di una sottile bobina ad induzione posizionata dietro la retroscocca in silicio; la carica ad induzione coesiste con il connettore Lightning, ed è un'alternativa allo stesso, ma non lo sostituisce.
Come qualsiasi altro componente meccanico che sopporta giornalmente stress di frizione, anche il connettore Lightning può usurarsi, perdendo quindi la sua funzionalità originaria.
Erosioni del materiale metallico dei pin di contatto, ossidazioni dovute ad acqua, umidità, infiltrazioni di detriti ed impurità possono far mancare la necessaria conduttanza al connettore, impedendo quindi la ricarica del dispositivo.
Essendo anch'esso un componente modulare, il connettore di ricarcia dell'iPhone può essere sostituito facilmente da un tecnico esperto e qualificato.
Da iPhone 5 in poi, il connettore di ricarica Lightning include anche il microfono, i contatti per l'altoparlante e l'antenna per la ricezione del segnale GSM.
Da iPhone 3G in poi, la linea telefonica di Apple include in ogni modello un'antenna radiocellulare compatibile con la rete GSM/UMTS, integrata anche con la tecnologia LTE a partire dalle serie iPhone 5.
Ogni modello include anche un'antenna Wi-Fi 802.11x ed un modulo per la tecnologia Bluetooth, mentre l'antenna per la ricezione dei segnali satellitari della rete GPS/GLONASS è integrata da iPhone 3G in poi.
A tutte queste antenne di base si aggiunge, nei modelli più recenti, anche la tecnologia NFC.
Tutte le antenne sono componenti modulari passivi, quindi possono essere sostituite da manodopera specializzata in caso di danneggiamenti.
Solitamente, le antenne che si agganciano alla scheda logica con connessione coassiale (tipo quelle GSM) sono particolarmente delicate: anche se protette da appositi plate, in caso di forti urti o cadute possono rompersi o sganciarsi, impedendo quindi al segnale GSM di rimanere stabile e regolare.
Anche le antenne Wi-Fi/GPS degli iPhone serie 6, 6S, 7 e 8 sono particolarmente delicate: possono sganciarsi o rompersi anche in caso di piccoli urti, rendendo quindi difficoltoso od impossibile l'uso della localizzazione GPS oppure della rete Wi-Fi.
In definitiva, le antenne di qualsiasi modello di iPhone possono essere sostituite da un tecnico qualificato in caso di rottura o danneggiamento.
iPhone, in qualsiasi sua incarnazione, monta almeno due altoparlanti magnetodinamici integrati: uno serve per l'ascolto dell'audio dalla microcornetta in fase di conversazione telefonica, mentre il secondo (o i secondi, se stereo) serve a riprodurre le conversazioni in vivavoce oppure i suoni in generale.
Da iPhone 7 in poi, Apple ha introdotto la funzionalità stereo per gli altoparlanti vivavoce.
Essendo componenti magnetici, è molto frequente che gli altoparlanti subiscano danneggiamenti, solitamente dovuti a smagnetizzazioni causate da forti campi magnetici, oppure per danno elettrico.
Ancora, la membrana vibrante al loro interno può danneggiarsi per qualsiasi motivo, e sporcizia e sedimentazioni di detriti (principalmente, pelle morta) possono otturare le retine di protezione, rendendo il suono in uscita meno forte e molto ovattato.
Essendo un componente passivo e modulare, anche l'altoparlante degli iPhone, sia lo speaker vivavoce che la microcornetta, può essere sostituito da parte di un tecnico qualificato.
Perché riparare è molto più conveniente che ricomprare.
Fa bene al tuo portafoglio e fa bene anche - e forse soprattutto - all'ambiente in cui vivi.
Sai quanti rifiuti vengono prodotti in media nella sola Italia in un anno solare? Circa 30 milioni di tonnellate.
Di questi, quasi 300.000 tonnellate sono solo rifiuti elettronici: diviso per abitante, fa la media spaventosa di 4,9 kg di materiale elettronico per residente.
Molti di tutti questi rifiuti sono gettati via senza essere stati neppure analizzati da un'assistenza, per valutarne l'eventuale riparabilità; moltissimi degli scarti risultano poi ancora usabili e riparabili con poca spesa.
Il riciclo dei prodotti elettronici è complicato, costoso e spesso inquinante: contrariamente a quello che la gente pensa, lo scopro principale del riciclo non è tenere pulito l'ambiente e rimettere in commercio i dispositivi, ma piuttosto recuperare tutti i materiali di valore (oro, rame, argento, litio, ecc.) per poi mandare alla granulazione i dispositivi.
Il riciclo produce sempre scarti, che solitamente sono la percentuale maggioritaria ad opera conclusa.
Il processo di riciclo, inoltre, comporta necessario spreco d'energia delle macchine che lo mettono in atto, oltreché produce inevitabile ulteriore riscaldamento globale, poiché i materiali da riciclare devono essere di solito portati ad altissime temperature.
Tutto questo spreco di risorse e d'energia può essere in molti casi eliminato alla fonte, semplicemente riparando e riutilizzando i dispositivi.
Nel mondo dell'elettronica, e in special mondo l'informatica e la telefonia, i tempi di sviluppo e produzione di nuovi prodotti e nuove tecnologie sono molto serrati: processori, RAM ed integrati aumentano di prestazioni, capienza e funzionalità varie costantemente, rendendo nuovi modelli pressoché obsoleti ogni pochi mesi.
Ciò comunque non significa che 'obsoleto' per un utente sia eguale al concetto di vetustità di un altro: molta gente non segue le mode, non gli importa nulla di avere sempre l'ultimo calcolatore o telefono del mercato e usa le potenzialità delle proprie macchine in maniera basica e limitata.
Questo vuol dire che può esserci sempre qualcuno interessato a riutilizzare ciò che il mercato considera 'vecchio': conta l'usabilità rispetto al singolo, non quella percepita dalla massa!
Riparando un dispositivo elettronico avrai i seguenti benefici:
Prima di buttare il tuo iPhone rotto che consideri vecchio o non più utile per i tuoi scopi, cortesemente rifletti su quanto sopra esposto: le risorse mondiali sono limitate, e la sovra-produzione di beni nel corso degli ultimi decenni ha causato enormi problemi ambientali, trasformando molte areee del mondo (tra cui, quelle attigue alle nostre città) in enormi discariche.
Il riciclo non basta più per impedire ciò che è inevitabilmente successo (la trasformazione in discarica di molte aree del pianeta), ma serve anche l'acquisto consapevole da parte del consumatore e, soprattutto, l'attitudine comportamentale al riuso delle merci non più desiderate, ma ancora funzionanti o comunque riparabili.
Sperimenti problemi col tuo iPhone, iPod, iPad o Mac, e vuoi affidarti a dei professionisti?
Siamo qui per ascoltarti ed aiutarti.
Offriamo solamente servizio in loco in tutta Milano, non abbiamo una sede fisica: ciò ci permette di risparmiare sui costi e garantire prezzi e tempi d'intervento eccezionali!
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