Quest'articolo è stato aggiornato il giorno: venerdì 29 ottobre, 2021
Riparare gli oggetti rotti o danneggiati è meglio che riciclare, e di ciò siamo convinti sin dal momento in cui abbiamo iniziato a fare business.
Le risorse mondiali sono limitate e, sebbene il progredire della tecnologia tenda sempre a trovare nuovi modi di sfruttamento, il ritmo attuale del consumo globale ci deve far seriamente riflettere.
Il nostro pianeta non è un organismo senziente, ma è un incredibile mondo dove, per una serie di fortuite coincidenze, parte della materia si è aggregata nella forma che noi chiamiamo 'vita'. Per quel che ne sappiamo, la vita come noi la conosciamo è un evento davvero raro, e come tale va protetto adeguatamente.
Anche cercando di lasciare sufficienti risorse alle nostre discendenze.
Dall'avvento della prima rivoluzione industriale sino all'ultima 'rivoluzione informatica' cominciata per le masse negli anni '80 del 1900 tanti oggetti di largo consumo sono stati sovra-prodotti: molti di essi, specie in un tempo in cui concetti come 'riutilizzo' e 'riciclo' non erano particolarmente sentiti, hanno solo levato risorse per altri oggetti, magari più utili al momento, in un circolo vizioso che ha causato le immense discariche, presenti in tutto il mondo, che possiamo purtroppo vedere con un rapido giro sull'Internet.
Ancora, alla devastazione ecologica dei paesaggi, deturpati da enormi pattumiere a cielo aperto, va aggiunto anche il (sostanzioso) costo umano ed energetico che i tanti materiali che servono per costruire un dispositivo di uso comune, come un telefono.
Solo per l'Italia, gli ultimi dati relativi allo smaltimento di elettrodomestici e dispositivi elettronici in generale sono impressionanti: oltre 150.000.000 di tonnellate ogni circa sei mesi.
Si stima che, mediamente, oltre il 70% di questi dispositivi possono essere riparati, ma il consumatore invece preferisce buttarli.
Il riciclo e le tecniche di raccolta e smaltimento differenziato non possono risolvere tutti i problemi: ci sono tanti rifiuti che è attualmente impossibile riciclare completamente, e che vanno necessariamente inceneriti, granulati o compattati: tutte soluzioni che giocoforza inquinano, e non risolvono il problema dei residui.
Purtroppo, i dispositivi elettronici arrivati a fine vita sono tra gli oggetti più difficili da smaltire e riciclare: computer, tablet e smartphone vari, per i materiali usati nella loro costruzione, quasi sempre devono essere in gran parte inceneriti, in quanto il riclico totale è impossibile (o troppo costoso in termini energetici).Vendi il tuo iPhone cliccando qui!
Ecco che, in questi casi, la riparazione diventa una soluzione efficace (se non unica) che risolve al 100% i problemi di smaltimento.
Oggi giorno siamo portati a pensare, per via di un'educazione spesso non propriamente efficace unita a qualche decennio di produzione industriale eccessiva, che una cosa 'rotta' vada necessariamente buttata: tanto, comperarla nuova costa più o meno uguale.
Sbagliato: non è sempre così. Anzi: non è quasi mai così.
Riparare non solo costa sempre meno che comperare nuovamente, ma porta con se anche il grande vantaggio di recuperare il dispositivo al 100%, rendendone quindi non necessario il riciclo o l'incenerimento (eccezion fatta, ovviamente, per le parti danneggiate sostituite).
Un risparmio economico considerevole, unito ad un risparmio enorme di risorse mondiali.
Scoprite assieme a noi in questo piccolo 'manifesto' il perché la riparazione dei dispositivi elettronici non solo è conveniente, ma addirittura necessaria nella nostra società.
Una qualsiasi scheda logica su stampato PCB non è attualmente riciclabile al 100%: i suoi materiali costruttivi e gran parte dei componenti elettronici su essa saldati non possono essere recuperati.
Possono essere recuperati oro, rame ed argento presenti in piccole quantità nei contatti dei BUS, ma il resto è destinato all'incenerimento o la granulazione.
Esistono industrie che progettano e costruiscono macchine apposite per il recupero delle schede PCB, ma questi macchinari consumano a loro volta energia e producono comunque scarti.
Essenzialmente e al contrario di quello che la gente può credere (o viene fatta credere), nel recupero delle schede PCB lo scopo principale non è la differenziazione ed il riciclo dei materiali, ma il recupero di quelli di valore (come detto oro, argento e rame).
I residui plastici e fibrosi del PCB - che compongono circa l'80% di esso - vengono compattati, granulati oppure bruciati, con ovvie conseguenze ambientali.
Un dispositivo elettronico riparato, invece, garantisce sempre un recupero al 100% del PCB, a parte piccolissimi residui di eventuali micro-componenti sostituite. Vendi il tuo iPhone cliccando qui!
Il recupero dei rifiuti urbani non è gratuito, ma ha un costo: un costo che paghiamo tutti noi, sotto forma di tributo locale.
Le varie aziende municipalizzate che in Italia si occupano del recupero e del riciclo dei rifiuti sostengono grandi spese, non sempre coperte dal pagamento dei tributi; per 'far cassa', vendono ad altre ditte private parte dei rifiuti che non possono o non vogliono gestire, con ricavi non sempre così convenienti per l'amministrazione.
Più aumenta il numero di dispositivi non riciclabili, e più i costi di smaltimento salgono: alla lunga, chi trae veramente guadagno dalla filiera è l'imprenditore privato, a cui il riciclo interessa fino ad un certo punto, mentre ha grandi interessi nel recuperare metalli preziosi presenti soprattutto negli stampati PCB dei dispositivi elettronici.
Riparare aiuta a diminuire il numero di dispositivi non riciclabili, e quindi incide positivamente sul bilancio economico delle aziende municipalizzate di gestione dei rifiuti.
Molti comuni italiani ciò l'hanno capito, e difatti si comincia a discutere anche politicamente l'idea di dotare le municipalizzate dei rifiuti di laboratori propri (od anche appaltati esternamente) per la riparazione dei dispositivi, che possono poi essere messi in vendita a prezzi vantaggiosi, riversando gli utili nelle sempre esigue casse comunali.
Riparare e rimettere in commercio porta sempre un guadagno maggiore del riciclo, soprattutto a fronte di un costo veramente modesto. Vendi il tuo iPhone cliccando qui!
Per qualsiasi materiale presente nei nostri iPhone, iPad o tablet o computer generico, si è dovuto cercare, scavare, depurare, filtrare, costruire, assemblare.
Dall'oro al rame, dai polimeri al silicato, enormi multinazionali e centinaia di migliaia di aziende ad esse satelliti hanno bruciato diesel, benzina e consumato corrente elettrica per fornire le materie prime ai produttori di semi-conduttori.
Un costo veramente alto in termini energetici, che porta ad un inevitabile aumento del tasso di inquinamento mondiale, con il sempre presente effetto serra che, complice il naturale surriscaldamento provocato dall'attività solare, è un pericolo per l'esistenza biologica del pianeta.
Determinati minerali e leghe molto utilizzate in elettronica, come la famosa columbite-tantalite (chiamata anche coltan) sono presenti solo in particolare zone del mondo, e la loro rarità e difficoltà d'estrazione provoca spesso enormi contrarsi socio-politici, che non di rado si risolvono in vere e proprie guerre (e non solo finanziarie) per il controllo della preziosa risorsa.
Riparare è quindi essenziale per evitare la sovra-produzione e diminuire conseguentemente la necessità delle materie prime richieste.
A ciò, va aggiunto che un generico servizio d'assistenza informatica ha un impatto ambientale molto, ma molto inferiore di un impianto di riciclo.
Un dispositivo elettronico riparato funziona bene come uno nuovo di fabbrica, e il suo 'impatto energetico' l'ha già pagato al tempo della sua produzione. Vendi il tuo iPhone cliccando qui!
Il riciclo dei dispositivi elettronici, ove possibile, crea lavoro principalmente per un operatore: la macchina preposta alla mansione (e chi la produce e la mantiene).
L'operato umano nel riciclo è modesto e contenuto: è un grande business proprio per questo, perché i costi umani sono bassi e l'automazione molto alta.
L'assistenza informatica locale, invece, crea posti di lavoro reali ed effettivi: migliora l'economia, consentendo nuovi modelli di business (anche su piccola scala), crea un circolo di denaro tra imprenditore, fornitore, distributore, cliente finale ed anche l'onnipresente fisco (migliorando la bilancia commerciale dello Stato).
Tutti passaggi fondamentali in un'economia sana, che creano un circolo virtuoso ed aumentano il PIL nazionale, favorendo il riuso di prodotti che altrimenti sarebbero a guadagno di pochi (e non sempre ben chiari) soggetti.
L'assistenza informatica locale crea benessere e migliora l'economia reale e locale, perché è una realtà profondamente integrata nel tessuto quotidiano; un impianto di riciclo spesso è fuori dai confini dello Stato, molto frequentemente in paesi a più bassa pressione fiscale, che aumentano i ricavi e diminuiscono i costi.
Questo non genera ricchezza nella popolazione, ma solo un ulteriore drenaggio di denaro, che difficilmente sarà riversato nelle economie locali.
L'ascesa della tecnologia mobile e degli smartphone ha creato un grande mercato, sia di rivendita che di distribuzione, a cui si è affiancato più o meno paripasso quello delle assistenze e dei laboratori di riparazione: per molti piccoli imprenditori, soprattutto giovani, questa è stata una vera e propria ancora di salvezza, in un Paese come l'Italia strozzato da una profonda crisi socio-economica, un mercato del lavoro con grave ritardo di sviluppo rispetto al resto dell'Europa ed un debito pubblico a livelli difficilmente sostenibili senza ricorrere a continue manovre correttive. Vendi il tuo iPhone cliccando qui!
Da sempre i dispositivi elettronici di fascia alta, come gli iPhone, gli iPad ed i calcolatori Mac costano una discreta quantità di denaro.
Ciò è dovuto principalmente agli alti costi di progettazione, costruzione e marketing, che in una grande azienda come Apple (ma si potrebbe parlare di qualsiasi altra multinazionale) sono difficilmente comprimibili.
Ai suddetti costi, si aggiungono poi la distribuzione e la rivendita, ed ovviamente i tributi dovuti allo Stato in forma di IVA, che in Italia ammonta alla cospicua percentuale del 22%.
Ulteriore tributo è dovuto anche alla SIAE, in quanto su ogni iPhone, iPad, iPod e Mac è montata una memoria di massa, e quindi il dispositivo è potenzialmente adattabile a contenere materiale protetto da diritto d'autore.
Il costo finale che l'utente è quindi obbligato a versare è considerevole: ne conviene che un danno ad uno degli iDevice può comportare un serio problema, a livello prettamente economico.
Purtroppo, molti utenti scarsamente informati non sono a conoscenza che anche i dispositivi Apple possono essere riparati, senza necessariamente rottamare tutto e comperarne di nuovo; le riparazioni, anche nel mondo Apple, sono sempre più convenienti del ricomperare.
A ciò va aggiunto che non tutta la gente è convinta che sia una buona idea comperare un dispositivo nuovo ogni anno: molti utenti sono contenti con i loro iPhone ed iPad anche di generazione passata, e non sentono l'esigenza (spesso, dettata solo da una discutibile moda) di spendere molto denaro per un nuovo modello.
Il più classico esempio di come una riparazione sia infinitamente più conveniente che comperare di nuovo può essere il cambio batteria dell'iPhone: con soli € 39,00 è possibile installare un nuovo accumulatore, evitando di aggiungere rifiuti al sistema di riciclo e spendendo una cifra irrisoria in relazione del valore del dispositivo.
L'esempio, fatto per gli iPhone, può essere valido anche per gli iPad, i calcolatori Mac e, in generale, per qualsiasi dispositivo alimentato da una batteria prodotto e commercializzato.Vendi il tuo iPhone cliccando qui!
Come molte altre cose al mondo, anche le batterie ai polimeri di litio hanno un impatto sull'ecosistema.
In una moderna batteria Li-poly possono esserci fino a 62 metalli o metalloidi in lega, tra cui cobalto, nickel e manganese.
L'impatto ambientale non è però dato tanto dal loro processo produttivo, bensì dal loro smaltimento una volta raggiunto il fine vita: il nickel e gli altri metalli pesanti sono tossici, e devono pertanto essere trattati in maniera opportuna.
Al momento, non è possibile rigenerare una batteria ai polimeri di litio esausta: l'accumulatore deve essere obbligatoriamente smaltito, mediante pirolisi, ossia il riscaldamento ad altissime temperature che scioglie e separa i metalli da recuperare.
Nel caso delle batterie ricaricabili, tale procedimento è però molto delicato: in ogni batteria esausta ci sono metalli considerati 'attivi' (cioè elettrochimicamente ancora funzionali) e metalli invece 'passivi', che non immagazzinano più elettroni e reagiscono poco agli stimoli esterni.
Questo perché le celle di ogni batteria ai polimeri di litio non si ossidano completamente a fine vita, ma qualcuna rimane ancora ricettiva al flusso elettronico, e quindi in grado di partecipare alle reazioni chimiche.
La parte attiva di una batteria da smaltire è chiamata 'black mass', ed è la più pericolosa da trattare: può scoppiare od incendiarsi violentemente, e liberare miscele gassose di cloro ed idrogeno, dei gas rispettivamente tossici ed infiammabili.
Ecco perché tutte le batterie ricaricabili, per legge, devono essere smaltite come rifiuti speciali, separati dagli altri.Vendi il tuo iPhone cliccando qui!
Attualmente, la produzione globale di batterie Li-poly si aggira attorno alle 35.000 tonnellate all'anno, mentre le riserve già prodotte ed immagazzinate si stimano in circa 18 milioni di tonnellate.
Per ora sono ancora numeri che non destano preoccupazioni, e queste quantità dovrebbero assicurare un'approvviggionamento costante senza problemi per qualche secolo, ma sono numeri che non tengono conto delle probabili evoluzioni di altri settori oltre a quello elettronico, come per esempio il mercato automobilistico.
Se, ad esempio, le auto elettriche alimentate ad accumulatori al litio dovessero aumentare la loro diffusione in maniera significativa e non si trovassero nuove e più efficienti tecnologie capacitive, i numeri sulle previsioni di durata temporale dovranno necessariamente essere rivisti al ribasso.
È doveroso notare che le batterie ai polimeri di litio soffrono di degrado naturale, che comincia sin dalla fine della loro produzione industriale: anche se non utilizzate, tutte le batterie Li-poly degradano spontaneamente e perdono capacità, in un processo lento ma costante ed irreversibile.
Si stima che una generica batteria Li-poly perda mediamente circa il 20% di capacità originaria ogni anno solare; questo è un grosso problema, in quanto non rende possibile lo stoccaggio a tempo indeterminato di grosse quantità di batterie, pena una perdita economica non sostenibile.
Stabilire quindi per quanto la produzione attuale sarà possibile è ben difficile: molto dipenderà anche dai processi di riciclo dei metalli presenti negli accumulatori.
Al momento attuale, la pirolisi permette un recupero modesto dei metalli, specie il cobalto ed il litio, utilizzati in grosse quantità nella tecnologia Li-poly e Li-Ion.
Se si considera che una modesta batteria da 20 kW contiene circa 3 Kg di litio e che nel recupero attuale questo è recuperato non oltre il 20%, si capisce che, al momento, è un dato che energeticamente fa riflettere: in pratica, servono 0,18 Kg di litio per ogni kW, che poi sarà perduto all'80% in fase di riciclo.
Si teorizza che, con un processo di separazione dei metalli a freddo, si potrebbero recuperare percentuali molto maggiori dei metalli, senza peraltro produrre gas tossici, ma al momento le soluzioni proposte sono tutte ampiamente sperimentali.
Gli accumulatori ai polimeri di litio esausti degli iPhone, degli iPad e dei Mac sono rifiuti pericolosi: possono contenere materiali tossici se ingeriti od inalati e, per la loro stessa tipologia costruttiva, sono potenzialmente esplosivi ed infammabili.
Non possono essere riciclati, non possono essere ricondizionati e non possono essere trattati come generici rifiuti: debbono essere smaltiti appositamente, con strutture attrezzate.
Questo significa che è estremamente pericoloso, oltre che illegale, gettare un iPhone, iPad, iPod o Mac ritenuto rotto e con ancora presente la batteria ai polimeri di litio nei contenitori della nettezza indifferenziata.
In Italia, per gli effetti del D.lgs. 188 del 20 novembre 2008, è obbligatorio smaltire pile ed accumulatori secondo precise disposizioni.
Smaltiamo le batterie esauste a norma di legge, mettendole in sicurezza e portandole periodicamente nei centri di raccolta gestiti dall'AMSA, l'azienda municipalizzata che gestisce i rifiuti di Milano.
Il Gorilla Glass, il materiale usato per la costruzione dei vetri protettivi degli iPhone, iPad ed anche dei display dei Mac, è un silicato con inserti d'alluminio a struttura simil-cristallina.
È un componente con ottime doti di resistenza alle abrasioni, ottima flessibilità ed eccellente trasparenza: questo lo ha fatto diventare la scelta privilegiata dai produttori di cellulari e tablet, ed è lo standard de facto per qualsiasi vetro protettivo di un generico display costruito ai giorni nostri.
In tutti i dispositivi di recente concezione, iPhone ed iPad inclusi, il vetro in Gorilla Glass è incollato al film digitalizzatore ed al pannello LCD tramite una speciale colla ottica chiamata colla LOCA.
Se il film digitalizzatore e il pannello LCD non subiscono danni e rimangono integri, in caso di rottura del vetro è possibile recuperarli.
Datosi che, nel corso degli anni, la dimensione dell'area visiva dei telefoni mobili è diventata sempre più grande (per venire incontro alle esigenze dei consumatori), attualmente il solo display compone circa il 60% di tutto il dispositivo.
Ne consegue che recuperando il componente si recupera gran parte di tutto lo smartphone/tablet.
Questo è quello che spesso facciamo: recuperiamo display, attraverso un complesso e lungo procedimento che permette di rigenerare un pannello LCD di un generico iPhone, risparmiandolo così dallo smaltimento.
Un display rigenerato è un enorme risparmio energetico, ambientale e ha un impatto sul sistema di smaltimento estremamente contenuto, visto che l'80% del display è riutilizzato.
A questo, va aggiunto il beneficio economico che la rivendita del componente porta nel mercato, e che aiuta l'economia locale.
Se hai un dispositivo Apple iPhone danneggiato che vuoi rottamare, offriamo un servizio di ritiro e smaltimento.
Il servizio non solo non ti costa niente, ma ti permette anche di guadagnare, monetizzando il tuo iPhone che non vuoi o non puoi riparare.
Il servizio di ritiro è attivo tutti i giorni, dal lunedì al sabato dalle ore 11.30 alle ore 13.30 e dalle ore 15.30 alle ore 19.30.
I dispositivi sono ritirati e smaltiti senza costi per il cliente se e solo se rientrano nei seguenti parametri:
Tutti i dispositivi ritirati sono smontati per per pezzo, i materiali componenti vengono differenziati (alluminio, vetro, polimeri, ecc ecc.), tutti gli accumulatori asportati e messi in sicurezza, e poi tutto viene portato, con cadenza settimanale, nelle isole ecologiche dell'AMA per il successivo smaltimento.
Ciò garantisce sempre il minimo impatto ambientale, e la certezza che materiali pericolosi (come quelli contenuti nelle batterie) sono smaltiti a norma di legge.
Le schede logiche, ove riparabili, vengono altresì riparate e messe disponibili per successive riparazioni, garantendo il massimo del riciclo possibile per ogni dispositivo.
La valutazione economica varia in base al modello del dispositivo, ed è aggiornata su base trimestrale secondo il seguente listino:
RAEE sta per rifiuti di apparecchiature elettriche ed elettroniche, ed indica qualsiasi genere di rifiuto rotto e non più riparabile, oppure funzionante obsoleto, di natura elettrica od elettronica.
Nel novero dei RAEE rientrano gli elettrodomestici, i computer, i cellulari, le stampanti, i giocattoli e qualsiasi altro dispositivo che funziona per mezzo di un circuito elettrico od elettronico.
I rifiuti RAEE sono particolarmente inquinanti e pericolosi, poiché sovente contengono sostanze tossiche, tra cui svariati metalli pesanti.
Essendo quasi sempre un connubio di polimeri, metalli e resine, i rifiuti RAEE sono difficili da smaltire, con un impatto ambientale severo.
Causa la loro pericolosità una volta mandati in discarica, in quasi tutti i paesi del mondo i rifiuti RAEE sono severamente controllati e il loro riciclo (ove possibile) o incenerimento è strettamente regolamentato.
In Italia, come in tutta l'Unione Europea, lo smaltimento dei rifiuti RAEE è regolamentato dalla Direttiva RAEE 2002/96/CE.
L'elettronica, ed in particolare la telefonia, è un settore di mercato molto particolare, che si sviluppa in una rapidità di tempo eccezionale.
Vengono progettati, costruiti e distribuiti nuovi processori a ciclo continuo, e solitamente la potenza di calcolo delle CPU raddoppia ogni 18 mesi (la famosa 'legge di Moore').
Questo ha permesso un veloce progresso informatico, passando da CPU a 8 bit a complessi integrati da oltre 5 miliardi di transistor a 64 bit in pochissimi anni.
Vengono continuamente sviluppate nuove tecnologie, nuovi design dei circuiti e nuove integrazioni, e questo per soddisfare le richieste degli sviluppatori e dei consumatori, che vogliono dispositivi sempre più performanti, snelli e funzionali.
Tutto questo costante progresso ha però un prezzo da pagare: la rapida obsolescenza dei prodotti.
Ciò che è considerato il top di gamma oggi, tra pochi mesi sarà considerato superato, con un lasso di tempo così breve da non avere paragoni con nessun altro settore commerciale.
Tutto questo è esasperato ancora di più nella telefonia, dove i gusti e le richieste dei consumatori sono ancora più instabili, e seguono mode e tendenze spesso di brevissima durata, richiedendo comunque sempre nuove caratteristiche, potenza e funzionalità ai telefoni smartphone.
Il ciclo di vita medio di un comune telefono avanzato attuale è di circa 12 mesi, con un supporto software medio di circa 24 mesi: nel caso di Apple, il supporto medio software è solitamente quasi il doppio, e questo in parte giustifica i prezzi premium dei suoi dispositivi.
Generalmente viene prodotta una nuova linea di iPhone ogni anno, ed in annate commemorative (come il 2017) vengono introdotti anche modelli speciali, come l'iPhone X; dopo 12 mesi, la linea generalmente si rinnova, e la vecchia è ritirata dal mercato o ne viene abbassato sensibilmente il prezzo.
Per via di questi fattori, la svalutazione degli iPhone, come di qualsiasi altro telefono cellulare, è rapida: mediamente, il prezzo d'acquisto iniziale dimezza ogni sei-otto mesi, e nel caso di danneggiamenti al telefono (vetro rotto, urti, ammaccature, pulsanti non funzionanti, danni all'LCD, ecc ecc.) la svalutazione è ancora più consistente.
Dopo circa un anno dall'introduzione sul mercato, il valore di un iPhone è più che dimezzato, mentre dopo 24 mesi il telefono è considerato obsoleto, con un valore residuo inferiore al 20% rispetto quello originario.
Le svalutazioni sono ancora più basse in caso di telefoni difettati, tanto che dopo 24 mesi un iPhone rotto (qualsiasi danno) è considerato da rottamare, senza più valore di mercato.
Siamo assistenza informatica che opera nella legge.
Siamo quindi obbligati a richiederti dei documenti per qualsiasi compravendita dei tuoi dispositivi, per assicurarci della lecita provenienza degli stessi.
Per ogni iPhone in proposta d'acquisto, ti chiederemo:
Tutti i requisiti ed i documenti sopra elencati sono obbligatori.
In assenza di anche uno di questi, non potremo procedere alla valutazione a all'acquisto del tuo iPhone.
Se vuoi contattarci per vendere il tuo vecchio iPhone, puoi chiamarci al 333.29.22.308 dal lunedì al sabato, dalle ore 15,30 alle 19,30.
Tieni a portata di mano il numero seriale del tuo iPhone e il suo Model Number, perché ci saranno indispensabili per valutare, da remoto, la proposta di vendita.