Quest'articolo è stato aggiornato il giorno: venerdì 29 ottobre, 2021
Hai domande sul Mac, sul macOs e, in generale sul mondo Apple che necessitano di una risposta tecnica?
Se nella rete non hai ancora trovato ciò che cerchi per il tuo Mac, dai un'occhiata a questa carrellata di FAQ.
Effettivamente, X non è una ‘ics’ come letto (erroneamente) dai più, ma è il numero cardinale Milanono che corrisponde al decimo.
E questo perché OS X è la decima versione del MacOS, ovvero lo storico OS dei sistemi Apple Macintosh.
Anche se, forse, chiamare OS X ‘decima versione del MacOS’ sarebbe un po’ fuori luogo, tecnicamente parlando: è un Sistema completamente nuovo rispetto al vecchio ambiente Classic, e tutto l’OS è stato riscritto in toto. Ma, comunque, è sempre la continuazione dell’OS del Mac, questo sì.
Che poi la X di UNIX e l’X Milanono sia un’analogia grafica… Beh, forse questo è stato voluto dagli esperti marketing Apple, a suo tempo.
Dalla versione 10.2 in poi (nome in codice "Sierra"), il nome torna ad essere MacOS, levando il numero X romano.
Da macOS Big Sur, cioè la versione 11, macOS smette di essere la decima versione del sistema, ma mantiene comunque il suo kernel basato su UNIX.
Sì, esattamente.
La prima versione, in beta (nome in codice: “Kodiak”), fu annunciata dal compianto Steve Jobs nel 2000, e nel 2001 la 10.0 (“Cheetah”) fu messa in commercio.
La prima versione era ben poco usabile, presentava enormi problemi ed era afflitta da una quantità disumana di bug, quindi fu rilasciata dopo pochi mesi la 10.1 “Puma” (gratuita per tutti), che ne migliorava un po’ l’usabilità (soprattutto, ne mitigava un po’ l’estrema lentezza).
Il Sistema rimase comunque pressoché ignorato dai professionisti almeno fino alla versione 10.2 “Jaguar”, la prima veramente usabile, veloce e performant e, soprattutto, su cui giravano applicazioni professionali native.
Scelta di marketing della Apple.
Scelta che si è definitivamente interrotta con 10.9 “Mavericks”, ed i motivi di ciò sono abbastanza palesi: erano finiti tutti i felini da usare.
Fino alla versione 10.4 “Tiger”, il Sistema girava esclusivamente su processori RISC PowerPC: G3, G4 e G5, per intenderci.
Quando, nel 2006, Apple passò all’architettura Intel, Mac OS x 10.4 fu riscritto per i processori X86.
La versione 10.5 “Leopard” è l’unica nella storia ad esser stata rilasciata Universal Binary, ovvero installabile sia su macchine Intel, che su PowerPC.
E fu anche l’ultima per le macchine PowerPC, a dire il vero.
Sì.
Darwin, che è il core del Sistema, ha il suo kernel che è un misto tra Mach e UNIX-BSD, con ampie parti di codice prese precise precise dal robusto NEXTSTEP (altra creatura di Steve Jobs).
Questo, fa di OS X un OS molto solido e, soprattutto, permette di eseguire molto codice UNIX senza troppi problemi.
I sistemisti e programmatori UNIX, troveranno molte loro vecchie conoscenze su OS X, questo è certo.
Parzialmente.
Il Sistema completo è proprietario di Apple, ma il suo core (che poi è un Sistema pressoché completo), Darwin, è pubblicamente disponibile come sorgente aperta (e gratuita).
Ufficialmente, no.
Ufficiosamente, esistono molte versioni appositamente modificate per essere installate senza troppi problemi su calcolatori con CPU X86… Anche se questo è considerato da Apple violazione della licenza d’uso, e quindi illegale.
Tecnicamente parlando, però, non ci sono differenze tra un Core 2 Duo od un i7 montato su un iMac, ed uno montato su un normale PC non Apple.
OS X però, in fase d’installazione, si va a controllare il firmware della CPU che, se non marchiato con un certo indicatore (che Apple mette ad hoc, e gli altri produttori no), non permette l’installazione del software.
Problema che, comunque e come detto in precedenza, è stato aggirato da molti hacker, ormai da diversi anni e per pressoché tutte le versioni dell’OS.
Dalla versione 10.7, sì: solo sull’App Store dei sistemi Mac.
Nulla vi vieta, comunque, di crearvi il vostro DVD privato o il vostro disco di boot per esigenze di backup.
Apple, sebbene vi incoraggi ad usare la funzione OS X Recovery, non vi vieta (e non potrebbe comunque farlo, per legge) di crearvi la vostra copia di backup del file immagine del Sistema.
Sì, è vero.
Potete installarlo liberamente, scaricando l'installer direttamente dall'App Store.
Per comodità, una volta scaricato l'installer, potete anche crearvi un volume bootabile del Sistema (sull'Internet trovate decine di tutorial per farlo).
Sì, esattamente.
Dopo moltissimi anni, Apple ha abbandonato lo storico HFS+ per introdurre il nuovo APFS (Apple File System, per l'appunto).
Il nuovo file di Sistema è specificatamente progettato per le unità a stato solido (Solid State Drive), ormai memorie di massa diffuse e comuni da usare come dischi d'avvio, e permette una grande serie di vantaggi ed innovazioni, tra cui l'abbandono delle partizioni per un sistema molto più snello e flessibile di volumi.
Tuttavia, è sempre possibile continuare a leggere e scrivere unità partizionate con HFS+.
Sì, è vero.
Così come molte applicazioni, anche in ambiente grafico XWindow.
Esattamente.
Proprio come UNIX, permette la creazione di utenti semplici, amministratori, gruppi di utenti, ecc ecc.
Ancora, utente root e super utente sono presenti eguali, come su UNIX.
È possibile assegnare permessi di lettura, scrittura, esecuzione a file e cartelle esattamente come su UNIX, e con gli stessi comandi di shell.
Forse era vero in passato.
Ma forse era solo una leggenda metropolitana. O forse, solo ignoranza. Od un connubio di leggenda ed ignoranza.
Leggenda dettata dal problema, in un tempo in cui Internet o non c’era, od era agli albori, della distribuzione software.
Soprattutto, quello d’importazione.
Prima dei programmi scaricabili direttamente dalla Rete, i software viaggiavano su floppy o CD-ROM, che dovevano essere prodotti, distribuiti e venduti con i classici canali (negozi di elettronica ed informatica in generale).
All’epoca, il Macintosh era un Sistema estremamente popolare negli USA, molto meno qui in Europa, dove il dominio Windows-Intel era pressoché granitico.
Molti distributori, quindi, avendo pochissime richieste, importavano poco software, oppure non lo importavano per nulla.
Da qui, la leggenda metropolitana che ‘su Mac non ci sono programmi’.
Ora, è un discorso che non si pone minimamente: a parte lo store ufficiale di Apple, tutti gli sviluppatori possono vendere agevolmente il loro software sull’Internet, ed anzi con prezzi molto competitivi.
Grazie alla popolarità di prodotti come iPhone, iPod, iPad ed iMac, ormai molti software sono disponibili su Mac, ma non su Windows, in una situazione che pare essersi completamente ribaltata.
Sì, certo. La puoi comperare qui.
E trovi tanto altro software, spesso totalmente gratuito, o dal costo irrisorio.
Certo, anche se dovresti quantificare l’aggettivo ‘vecchiotto’.
Se è vecchiotto in SATA, è un conto; se è vecchiotto con il davvero vecchio IDE, è un altro paio di maniche.
Puoi comunque telefonare al 333.29.22.308 e chiedere un consiglio gratuito.
Per molti modelli, sì.
Per altri, non è possibile.
Per sapere se il tuo modello è espandibile, chiama pure il 333.29.22.308 e prendi un appuntamento.
Nessun problema.
Possiamo farlo in pochissimo tempo, a soli €39 Euro. Chiama il 333.29.22.308.
Se hai un Mac con processore Intel, hai tantissime soluzioni, a dire il vero.
Puoi virtualizzare, puoi crearti una Wine Bottle, puoi anche partizionare il disco e creare un volume d’avvio solo per Windows… Oppure, puoi caricare Win da un altro disco proprio.
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Significa che il bootloader, ossia il programma che carica il sistema operativo, non riesce a trovare più una partizione valida ed avviabile su cui è installato il sistema.
Spesso succede per un danneggiamento fisico o logico dell'unità di archiviazione del Mac.
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È un problema di memoria RAM.
Solitamente è causato da un danneggiamento della stessa, oppure dal danneggiamento del suo BUS di comunicazione.
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Potrebbe essere.
Purtroppo, è un problema molto comune.
Ed è causato dall’architettura degli iMac che prendono aria fresca dall’esterno (dabbasso) e buttano fuori aria calda, dall’alto.
Polvere e sporcizie varie, specie in luoghi frequentati da fumatori, fanno autentici disastri, nel tempo.
Una bella revisione periodica, con adeguata e meticolosa pulizia, risolve comunque il problema.
Chiama il 333.29.22.308 se vuoi farne una.
La pasta termica (chiamata anche pasta termoconduttiva) messa tra processore (o coprocessore grafico) e dissipatore ha il fondamentale compito di favorire il passaggio di calore tra package dell'integrato e l'esterno, disperdendo quindi il grande calore prodotto dall'effetto Joule.
Senza la pasta termica qualsiasi CPU desktop o laptop non dissiperebbe il calore in eccesso, andando così in surriscaldamento nel giro di pochi minuti.
La pasta termica però non dura in eterno: i materiali di cui è composta degradano con l'utilizzo, perdendo sempre più le qualità di trasmissione del calore, fino a perderle del tutto.
Una pasta termica efficiente è corposa e morbida, mentre una pasta termica totalmente degradata è secca e granulosa.
La pasta termoconduttiva andrebbe cambiata quando la temperatura interna della CPU o GPU supera i livelli di guardia: ogni integrato ha un limite massimo di temperatura sopra il quale si rischiano seri danni, e quindi questo valore andrebbe monitorato.
Non c'è un tempo standard di durata di una pasta termica, ma oltre i tre anni dall'acquisto del Mac, la norma vuole che si esegua un controllo approfondito ed una pulizia profonda della macchina, che include la sostituzione della pasta termoconduttiva.
Con una pasta termica ormai non più efficace, la dispersione del calore tramite il dissipatore diventa meno efficiente, e quindi la temperatura interna del Mac può innalzarsi di molti gradi, mettendo a rischio i delicati circuiti interni.
Nessuna CPU o GPU sinora prodotta può resistere per molto tempo a temperature prossime o superiori ai 100° C, che purtroppo possono essere raggiunte quando il Mac ha problemi di raffreddamento.
I danneggiamenti a CPU, GPU ed integrati vari con temperature così elevate sono spesso irreparabili.
Certo che si può fare.
Non viene molto (€ 39,00) e non è pericoloso per la macchina.
L’unico inconveniente, ma questo già dovresti saperlo, è che non potrai più usare il lettore ottico, che verrà smontato.
Ma tanto, oggigiorno, abbiamo sempre meno bisogno di CD e DVD e, proprio alle brutte, puoi sempre usare un comune lettore USB esterno.
Se è un iMac con vetro ed LCD separati, sì.
Chiama il 333.29.22.308 e prendi un appuntamento.
Sì, si può.
Come tutti gli altri computer e dispositivi portatili su cui è installato un accumulatore, anche nei MacBook Pro ed Air è possibile cambiare la batteria, quando essa risulta ormai esausta.
Una generica batteria ai polimeri di litio (Li-poly) montata su un generico Mac degli ultimi anni garantisce una durata media di circa 1000 cicli di carica/scarica, dopodiché comincia a mostrare i segni dell'ossidazione irreversibile delle sue celle: aumento di calore, spegnimenti improvvisi del Mac, durata che, a partità d'utilizzo, risulta non più soddisfacente.
Fortunatamente, essendo un componente module, può essere sostituita.
Per cambiarla, leggi attentamente questa pagina, e poi prenota online o chiama il 333.29.22.308.
Molto probabilmente, la batteria interna si è danneggiata.
Le batterie ai polimeri di litio sono estremamente sensibili alla tensione, e variazioni minime (sia sopra che sotto il voltaggio d'esercizio) possono causare danneggiamenti irreversibili, tra cui il rigonfiamento dell'accumulatore.
Purtroppo non c'è modo di ripristinare una batteria danneggiata una volta che si è gonfiata, e va necessariamente sostituita.
Puoi leggere questa pagina, e poi prenotare online la sostituzione compilando l'apposito modulo o chiamando il 333.29.22.308.
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